In questa settimana è circolata una notizia oltremodo inusuale: tramite un paio di tweet il produttore esecutivo di Mortal Kombat X - Shaun Himmerick - avrebbe dato ad intendere che per le funzionalità multiplayer online del nuovo gioco NetherRealm non sarebbe stato necessario alcun tipo di abbonamento, sia Playstation Plus che Xbox Live. Inusuale, sì, perché pareva strano che una casa produttrice potesse in un certo qual modo bypassare una delle politiche di base che Microsoft adotta da una vita e che Sony ha abbracciato con la nuova Playstation 4: “Vuoi giocare con gli amici in rete? Hai da paga’!”.
E infatti rapida è la smentita sia di Himmerick che delle varie testate giornalistiche che avevano riportato la notizia riguardo alla gratuità dei servizi.
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Niente di sorprendente in sé dunque, semplicemente confermata per l’ennesima volta una politica adottata da tempo. Quel che invece è decisamente irrisolto è la divisione del mondo dei videogiocatori in due: i sostenitori degli abbonamenti e i detrattori degli stessi. Vorrei oggi approfondire la questione in maniera decisamente più generale.
Innanzitutto sono necessarie delle premesse: stiamo parlando di giocare online su Playstation 4, Xbox 360 e Xbox One. Sappiamo tutti benissimo che le versioni per PC di molti giochi hanno l’online gratuito e che su Playstation 3 ancora oggi non è necessario pagare nulla. Oggi però parliamo delle esclusive console che fanno uso di un abbonamento, non mettiamo in mezzo altro, o finiamo per essere l’amico che ci consola dopo che la ragazza ci ha fatto cornuti dicendo “Eddai, sai quante altre ce ne sono in giro!”. Esatto, non ce ne frega un cactus.
Partiamo dunque con l’elencare quelle che sono le ragioni portate avanti dai sostenitori degli abbonamenti online, per poi cercare di dare un quanto più oggettivo possibile parere su ciascuna di esse. In sequenza, abbiamo:
- Paghi, ma hai un servizio migliore perché c’è una manutenzione dei server di gioco
- Playstation Plus e Xbox Live danno molti servizi quali giochi gratuiti e/o in prestito/sconto, quindi in definitiva ne vale il prezzo
Anche questa argomentazione risulta a mio avviso decisamente debole: è vero, risulta effettivamente conveniente pagare 50 euro all’anno per ricevere determinate offerte di sconti e regali, ma se non mi interessasse? Se l’acquirente volesse solo esclusivamente giocare ad Hello Kitty Online senza volere altri giochi in prestito o in omaggio, perché le offerte non possono essere separate?
Sarebbe come entrare in un bar, chiedere un tramezzino e sentirsi dire: “Senti il panino ce l’ho, ma posso dartelo solo se ti abboni per 50 euro l’anno, così puoi ricevere ogni mese a casa dei Bignè alla crema.” E magari sei pure allergico alle uova.
- Con un solo abbonamento hai accesso alla totalità delle funzioni online di ogni titolo, quindi giocando a tanti giochi la cifra “reale” risulta davvero irrisoria
Effettivamente, se si facesse un uso dell’online con 50 titoli disponibili, risulterebbe sicuramente conveniente. Il problema è che non si può fare affidamento su un calcolo del genere; c’è chi ne gioca veramente così tanti, chi ne farà uso per un solo titolo nella intera vita della propria console. Insomma è decisamente troppo personale in questo caso per fare di tale considerazione una regola di guadagno sicuro.
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Per quanto riguarda invece i detrattori dell’online, abbiamo:
- Ci sono servizi gratis e funzionano bene, e su PC ci sono pure i free to play
Come sopra. Non è sempre vero, sia in positivo che in negativo: fatevi una partita online al gratuitissimo servizio di Super Smash Bros. e ne riparliamo quando tra una settimana la palla di fuoco di Mario colpirà l’avversario (esagero, ma dà veramente diversi problemi..). Per i free to play in verità non è neanche possibile effettuare un paragone: Heroes of the Storm e League of Legends sono gratis, ma di soldi per la manutenzione fra skin e personaggi ne arrivano forse più che quanti ne fa Microsoft con Xbox Live e Games with Gold..
- Pago il gioco a prezzo intero, gli sviluppatori lavorano anche sull’online ed il mio sostegno nei loro confronti avviene al momento dell’acquisto
In questo caso v’è una visione troppo DLCistica (neologismi improvvisati) della cosa: l’online è un servizio che va di fatto non solo creato in fase di programmazione, ma mantenuto costantemente nel corso degli anni di vita del gioco. Non è un contenuto aggiuntivo presente nel gioco da “sbloccare” con i soldi una tantum, ma un vero e proprio servizio duraturo che abbisogna effettivamente di una certa manutenzione. Con i soldi d’acquisto del videogioco si pagano una quantità di cose tra dipendenti, trasporti e vari servizi, che di certo non sarebbero sufficienti per la sopravvivenza di un qualitativo servizio online pluriennale. Spesso infatti i servizi online dei giochi non più utilizzati (ad esempio le vecchie versioni di "Pokémon") vengono chiusi proprio per non sostenere spese inutili.
In definitiva, come avrete potuto notare, sia da una parte che dall’altra avverto una decisa debolezza delle argomentazioni ed in generale una difficoltà nella localizzazione del reale problema. La mia personalissima considerazione è che con la massificazione della cultura videoludica sia ormai necessario mantenere i server online con ampie spese; tuttavia nonostante i diversi soldi che vediamo abbandonare il nostro portafogli per Online passes, abbonamenti e quant’altro, la verità è che la qualità delle partite in rete su console è spesso e volentieri comunque scadente e poco appagante.
Quello che mi auguro per il futuro è che si trovino delle soluzioni - possibilmente gratuite e magari legate a servizi di pubblicità con banner visualizzatili nelle lobby d’attesa - di finanziamento reale della manutenzione di questi servizi di rete, e se proprio necessario che i soldi invece vengano spesi di tasca del giocatore, quantomeno che il risultato sia decisamente godibile e non frustrante. In redazione di Parliamo di Videogiochi siamo fondamentalmente tutti dello stesso avviso, il che mi porta a pensare che questo pensiero possa essere decisamente diffuso e purtroppo non nascondo che di recente ho abbandonato il gaming online su console proprio perché risultava una brutta esperienza prim'ancora che onerosa.
Siamo scontenti non perché paghiamo, ma perché in qualunque modo si mettano le cose lo standard di qualità media è sempre scarso. Se per qualcuno è impensabile pagare, per me lo è finanziare un sistema che rimane scadente.
E voi, lettori e popolo di videogiocatori, che ne pensate?