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Cosa sono le remastered? L'ultima, degenerata tendenza di alcune software house avide e prive di scrupoli, che come un branco di avvoltoi sono alla ricerca di guadagni facili alle spalle dei consumatori? Oppure si tratta di uno sforzo costante di migliorare alcuni prodotti, recenti o passati, fortunati o dimenticati, aggiungendo qua e là un paio di righe di codice? La verità sta come sempre nel mezzo, e l'attuale fenomeno delle remastered, probabilmente, può essere osservato anche sotto una lente più ottimista e costruttiva.
Grim, alzati e cammina
Meglio partire con un esempio recente, ma con un retrogusto un po'
vintage. Circa un mese fa abbiamo assistito alla resurrezione di un grande classico, quel
Grim Fandango che da tempo aveva lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tanti nostalgici. L'annuncio della remastered, avvenuto durante la press conference di Sony all'ultimo E3, aveva provocato un'ondata di
euforia tra i giocatori più attempati e quelli meno; ad ogni modo l'entusiasmo dei primi ha presto contagiato anche coloro che non avevano mai sentito parlare del buon Manny Calavera & co. Oggi, dopo un'attesa durata 10 mesi per alcuni e una quindicina di anni per altri, il capolavoro di
Tim Schafer è stato tirato a lucido per una nuova generazione di macchine, e nonostante l'età non ha smesso di mietere consensi. Certo, alcuni aspetti del gioco non sono invecchiati benissimo, a partire dalla telecamera fissa e dal sistema di controllo. Ma l'ironia che sprizza da ogni dialogo, insieme alla genialità con cui sono incastrati tra loro alcuni enigmi, lo rendono ancora oggi un capolavoro che come tale non ha mai smesso di essere
attuale.
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Il successo riscosso tra pubblico e critica è pari soltanto all'
incredulità che suscita il prolungamento della sua
assenza: come ha fatto un gioco così osannato dalle folle videoludiche a restare sepolto nella Storia così a lungo? La stessa domanda (a cui sarebbe difficile dare una risposta immediata) rivela un aspetto peculiare di alcune remastered, poche finora, ma non per questo meno importanti. Parliamo di delicate operazioni di restauro che pescano innanzitutto dal nostro passato prossimo videoludico, un
restyling di prodotti già collaudati, difficili da reperire sul mercato se non a cifre da collezionismo e talvolta - come nel caso di Grim Fandango - incompatibili con l'hardware moderno e/o difficili da emulare. Opere da "resuscitare" per il grande pubblico odierno (il quale, appunto, non sempre coincide con il pubblico dell'originale).
Ma non si tratta semplicemente di qualche pezza rivenduta ad un mercatino
vintage. Le remastered realizzate da Nintendo negli ultimi anni, che hanno coinvolto soprattutto la saga di Zelda, sono un esempio strabiliante di come si possano attualizzare dei capolavori provenienti da un'altra epoca per il pubblico odierno. Due titoli ripubblicati per Nintendo 3ds, in particolare,
Ocarina of Time e
Majora's Mask, hanno tratto beneficio da un sistema di controllo migliorato, piccoli aggiunte al gameplay e, non meno importante, una veste grafica meno spigolosa della loro versione originale per Nintendo 64. L'impressione, in questi casi, è di trovarsi di fronte ad un gioco "nuovo", non solo per le tante rifiniture tecniche, ma anche per la qualità e l'attualità del gameplay che titoli del genere riescono a conservare a quindici anni dalla loro prima comparsa sugli scaffali. Si pensi, nuovamente, a Majora's Mask, snobbato al tempo da pubblico e critica, e oggi in cima alle classifiche di vendite ed elogiato in tutte le recensioni (compresa la
nostra).
La remastered del remake
Restando in tema di non-morti, pochi giorni prima del ritorno di Grim Fandango, un'altra vecchia conoscenza
era già presente in coda nei download di numerosi account.
Resident Evil Remastered HD è un prodotto insolito, unico nel suo genere, che possiamo definire una "
remastered in hd del remake" del primo capitolo della serie horror più amata (rimpianta?) di sempre. Una remastered insolita poiché percorre una strada a due corsie: da un lato c'è l'incapacità di un'azienda storica del settore come
Capcom, la quale da anni non riesce più a mungere come dovrebbe l'invidiabile numero di proprietà intellettuali di cui dispone; dall'altro c'è un brand storico come Resident Evil, alla disperata ricerca di uno sbocco creativo che lo riporti agli antichi, e nemmeno tanto, fasti di un tempo (esempio è l'esperimento di Revelations). C'è poco da nascondere: questa nuova remastered è in primo luogo un'abile stratagemma di un'azienda in perdita per
battere cassa nel modo più rapido ed indolore possibile. Non a caso il titolo è stato tra i più venduti in digitale nella settimana di rilascio. Tuttavia, tralasciando per un attimo lo scopo commerciale, quale occasione migliore per tentare un parziale rilancio della serie, se non quella di ri-pubblicare uno dei suoi capitoli migliori e sondare così la reazione del pubblico? Questa nuova remastered in hd non potrebbe diventare il trampolino di lancio per un
nuovo capitolo che ripeschi le radici survival (termine molto in voga al momento) della saga? Solo il tempo potrà dirci se dietro l'operazione commerciale-nostalgica si nasconde una strategia a più lungo termine, fatto sta che Resident Evil Remastered HD è, ancora oggi, uno dei migliori e più genuini survival horror disponibili sul mercato.
Remastered dei giorni nostri
L'attuale generazione ha dimostrato che le remastered non sono un privilegio concesso solo ai titoli pubblicati decenni fa. Parlare di un vero e proprio "
fenomeno" non è del tutto fuori luogo: nel 2014, a farsi due conti, sembrano uscite più remastered che titoli originali degni di nota. Tomb Raider Definitive Edition, Fable Anniversary, Final Fantasy X/X-2, Kingdom Hearts, Halo: The Master Chief Collection, Sleeping Dogs, The Last of Us, GTA V, Metro: Redux e tanti altri titoli che sicuramente mi sfuggono al momento. Qualche tempo fa è toccato a Farheneit, qualche giorno fa è stata annunciata la remastered dei primi tre capitoli di Gears of War, e da tempo si rincorrono numerosi voci su riedizioni di Uncharted e Mass Effect. Per una next-gen che nell'ultimo anno ha faticato a trovare dei veri e propri titoli di punta (e i più attesi si sono rivelati spesso una delusione), fa scalpore vedere così tanti nomi noti uno dietro l'altro. Tuttavia, per quanto diffusa,
ce ne vuole per affermare che la tendenza sia degenerata o fuori controllo. E ancora, molti tra coloro che rabbrividiscono a sentir parlare di remastered ignorano un semplice, banalissimo fattore: le grandi software house, oggi più che mai, hanno
bisogno di soldi. Una banalità, appunto, ma nel momento in cui i costi di produzione dei titoli tripla A lievitano vertiginosamente e l'utente medio, al contrario, è sempre meno incline ad acquistare un titolo a prezzo pieno, le remastered sono una soluzione (qualcuno direbbe espediente) per racimolare qualche soldo lungo la strada. Senza i costi che avrebbe una nuova produzione, per giunta; basti pensare all'ultimo Tomb Raider, un titolo che nonostante i milioni di copie e il nome che porta non ha guadagnato quanto sperato, e che solo con la remastered ha evitato di essere marchiato come un flop.
Questo sottrae tempo e risorse per l'innovazione e lo sviluppo di altri progetti?
No, poiché se il gioco già "esiste", negli assets come nella programmazione, un breve ritocco non richiede certamente lo stesso dispiegamento di risorse, tempo, denaro e competenze, di un gioco che non ha nemmeno una riga di codice all'attivo. Con GTA V, poi, abbiamo avuto la dimostrazione lampante di quanto una remastered possa offrire in termini di contenuti aggiuntivi rispetto all'originale, e ancora non abbiamo messo le mani sulla tanto attesa versione PC. Non meno importante, se ci manteniamo sul versante delle console, le remastered sono uno strumento che all'alba della next-gen ha fornito una palestra per gli sviluppatori, messi così in grado di prendere dimestichezza con l'architettura delle nuove piattaforme con il minimo sforzo e - in numerosi casi - il massimo guadagno.
Rimasterizzare i sogni, o le remastered dei sogni
La mia opinione è che gran parte di chi detesta queste riedizioni è soltanto qualcuno che non ha ancora ricevuto la remastered dei propri sogni. Per quanto sconfinate possano essere le librerie di Steam o GOG, esistono un'infinità di titoli del nostro passato più o meno recente che potrebbero trarre enormi benefici da una "svecchiata" generale, rendendosi così disponibili (e più appetibili) al grande pubblico, pur conservando quei tratti che ne hanno decretato il successo anni prima. Un modo per insegnare la storia ai più giovani e per regalare un sano brivido di nostalgia alla vecchia guardia. Ci sono poi altri titoli che invece riposano ai margini dell'universo videoludico, in attesa che qualcuno si accorga di loro. Un nome tra tutti potrebbe essere quello di
Shenmue, la storica saga che ha lasciato orde di fan in preda alla più cupa nostalgia, memore di una blanda riedizione per Xbox e orfana da troppo tempo di un nuovo capitolo. Ma non c'è bisogno di andare troppo indietro nel tempo: ad esempio uno dei massimi capolavori dell'ultima generazione,
Red Dead Redemption, potrebbe facilmente ripulire e aggiornare il suo comparto grafico, ormai datato, e proporre nuove aggiunte di gameplay (in modo analogo a quanto accaduto con GTA V) in attesa di un nuovo ipotetico capitolo.
In conclusione, che sia amore o sano scetticismo, le remastered sono un fenomeno attualissimo e - sembrerebbe - destinato a durare. I videogiocatori, dal canto loro, sono il pubblico più critico e per certi versi apocalittico che esista, sempre pronto a puntare il dito contro l'industria che a volta li ignora ed altre li asseconda fin troppo. Quello che suggerisco è di
valutare il fenomeno delle remastered senza eccessivi pregiudizi: una mossa innanzitutto commerciale, per spillare soldi ad un'utenza sempre più spilorcia, ma che allo stesso tempo
non castra l'offerta (come certi DLC), ma la rimpolpa in periodi di magra. Un tributo alle vecchie glorie, che regala una seconda occasione o una seconda vita a titoli che meritano questo onore. Ogni consumatore è libero se premiare o meno l'iniziativa di una SH, che in questo modo può far quadrare i bilanci e - si spera - investire con più sicurezza in un mercato che presenta un rischio sempre più alto.
I videogiochi non potrebbero esistere senza l'industria che c'è dietro, e l'industria non vive di beneficenza. Se le remastered sono la soluzione per tappare qualche buco, ben venga: di fronte ad un buon gioco e al sano intrattenimento vinciamo tutti. E, soprattutto,
si guadagna sempre qualcosa da entrambe le parti.