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H1Z1 – Anteprima

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Al giorno d'oggi non è raro acquistare un titolo e ritrovarselo letteralmente intriso di bug che, per buona parte, ne minano la giocabilità, inficiandone la qualità complessiva e rendendo particolarmente ardua la vita di chi vuol supportare una determinata software house e\o un particolare brand. Una realtà ormai presente in un po' tutto il mercato videoludico, perfino in quel che un tempo poteva definirsi " di Tripla A" sotto tutti i punti di vista. Col passare degli anni poi, gli sviluppatori indipendenti han potuto godere di maggiore visibilità e son riusciti a far approdare le proprie creazioni su tante piattaforme differenti, dettando nuovi standard per il settore e ampliando le vedute tanto dei videogiocatori, quanto dei publisher. [caption id="attachment_35551" align="aligncenter" width="480"]"Mi scusi, vorrei scambiare due parole con lei." "Mi scusi, vorrei scambiare due parole con lei."[/caption] Su PC in particolare, quello degli indie è un settore alquanto prolifico, anche grazie alla straordinaria diffusione delle mod e tra queste, delle total conversion. Per quei due o tre sul pianeta terra che non sapessero di cosa sto parlando: le total conversion sono quelle particolari mod che cambiano un buon 80 % o più degli aspetti originali di un gioco, rimpiazzandoli con contenuti fanmade o importati da altri titoli: le mod che consentono a CJ di visitare Vice City e Liberty City ne sono un chiaro esempio. Ed è proprio una di queste piccole meraviglie amatoriali ad aver dato il via al filone in continua espansione dei survival mmo su Steam. Mi riferisco ovviamente a DayZ, mod multiplayer per ArmA 2 (e 3) che metteva i giocatori nei panni di alcuni sopravvissuti ad un apocalisse zombie, con tutte le necessità del caso (come cercare beni di prima necessità, costruirsi una base ed ovviamente reperire qualsiasi cosa utile per mandare definitivamente a nanna i non morti). Il successo spropositato di questa total conversion, spinse diversi sviluppatori indipendenti a tentare di replicarne il successo, però con risultati che purtroppo non entusiasmavano a livello qualitativo, ma che anzi si confermavano come lavori frettolosi e abbozzati; complice anche la possibilità di farli sbarcare sulla piattaforma Valve, in uno stato poco più che embrionale. È stato il caso di titoli come Infestation: Survivor Stories (un tempo WarZ), 7 Days to Die, Nether e compagnia bella (mica tanto...), che sulla carta avrebbero dovuto garantire all'utente un'esperienza simile ma migliore a quella offerta dalla sopracitata mod e del tutto standalone (senza quindi l'obbligo di acquistare il titolo di Bohemia Interactive), ma che mouse e tastiera alla mano, si rivelavano veri e propri ammassi di bug, imperfezioni tecniche e sbilanciamenti; il tutto condito da una scarsa cura da parte degli sviluppatori. [caption id="attachment_35553" align="aligncenter" width="480"]"Draw me like one of your french girls." Notare il sistema d'illuminazione che fa il suo sporco lavoro. "Draw me like one of your french girls."
Da notare il sistema d'illuminazione che fa il suo sporco lavoro.[/caption] Potete quindi immaginare la reazione degli appassionati di questo genere, quando venne annunciata la versione standalone di DayZ; un entusiasmo (almeno nel mio caso) destinato a spegnersi rapidamente una volta appurato quanto proposto dagli sviluppatori. Al di là della solita miriade di bug, che in un Early Access si può anche perdonare, lo staff a capo del progetto ebbe la furbissima idea di utilizzare l'engine di ArmA 3, notoriamente uno dei più pesanti sulla piazza che, unito alla scarsissima ottimizzazione, rendeva il gioco veramente poco fluido anche su configurazioni di fascia alta. Tutto ciò ha contribuito a far sorgere in me diversi dubbi e a farmi partire prevenuto nei confronti di questi particolari giochi: è stato così anche per H1Z1. E da lì a poco, avrei capito quanto mi sbagliassi. Partendo da un day(Z) one disastroso infatti, gli sviluppatori di Daybreak Game Company (ex Sony Online Entertainment) son riusciti a farsi perdonare a colpi di patch costanti e mirate a colmare le lacune più evidenti del gioco, fino a consentirgli di surclassare, a poche settimane dall'uscita, tutta la miriade di cloni e perfino lo stesso DayZ. Innanzitutto, il gioco pur essendo in una fase alpha, si presenta già ottimizzato decentemente (dico decentemente perché nelle aree con molti oggetti interagibili, il frame rate mostra qualche incertezza) e quindi molto più fluido e giocabile della sopracitata concorrenza. [caption id="attachment_35556" align="aligncenter" width="480"]I colori sono volutamente sbiaditi e la palette cromatica cambia con la fascia oraria. I colori sono volutamente sbiaditi e la palette cromatica cambia con la fascia oraria.[/caption] Una volta avviato il client, ci si ritrova davanti a una nutrita lista di server, i quali a loro volta son suddivisi tra PvE e PvP: la prima modalità rappresenta una scelta azzeccata a mio parere, poiché utile ai neofiti per imparare le meccaniche di gioco senza il rischio di finire impallinati dagli altri giocatori nel mentre. Meccaniche che se da un lato risultano "riciclate" dagli altri esponenti del genere (in particolare Rust), da un altro si rivelano fresche e sopratutto immediate. Come non citare infatti il discovery system, una feature che ci consente ottenere nuovi recipe semplicemente spostando negli appositi slot, i materiali trovati e scoprendo così come utilizzarli al meglio. Ad esempio, combinando degli stracci che si posson trovare un po' ovunque (oppure strappandosi la maglietta) ed un rametto, è possibile ottenere la "ricetta" per l'arco. O ancora, è possibile riempire le bottiglie vuote con acqua di fiume, la quale risulterà sporca e andrà purificata lasciandola bollire sul fuoco, che potremo accendere solo dopo aver ottenuto il necessario per farlo. Una cosa che mi ha colpito positivamente, è il loot che va cercato esattamente dove andreste a cercarlo nella realtà: dite pure addio alla carne di pollo ricavata dai lupi e ai peperoni in garage, in H1Z1 ogni cosa è al suo posto. Se necessitate di pezzi metallici, non potrete che trovarli nella carcassa di un'automobile, se vi serve cibo un frigo o una dispensa saranno la vostra salvezza ed ovviamente la legna si ottiene tagliando alberi. Questa precisa scelta di distribuire le cose in un preciso ordine, contribuisce a diminuire il senso di spaesatezza, in quanto indirettamente fornisce suggerimenti sul come salvarsi la pelle. Ovviamente fame e sete saranno solo alcuni dei problemi che vi aspettano in gioco: a rendervi la vita ancor meno facile, ci penseranno tenerissimi non morti, che troverete un po' ovunque. Solitamente conviene aggirarli, ma nel malaugurato caso ciò non fosse possibile, il gioco vi viene incontro dandovi la possibilità di porre fine alle loro sofferenze tramite un headshot con le frecce, che li metterà a nanna definitvamente. Qualora poi i cucciolotti si avvicinassero troppo, potrete sempre utilizzare i pugni o una qualsiasi arma bianca per stenderli, ma sarete esposti ai loro attacchi che, nella maggior parte dei casi, vi causeranno sanguinamento e quindi danno extra. Se poi foste particolarmente sfortunati, potreste anche incappare nella fauna locale, mossa da determinate routine, le quali contribuiscono a rendere "vivo" l'ambiente di gioco (sembra una battuta, lo so) e non capiterà di rado vedere daini inseguiti dai lupi e magari al loro seguito, un paio di non morti attirati dalla baldoria della natura. [caption id="attachment_35562" align="aligncenter" width="480"]Corri Forrest, corri ! Corri Forrest, corri ![/caption] Non è tutto oro quel che luccica e anche nel caso di H1Z1, i bug non mancano: si passa da compenetrazioni poligonali ad alcune porzioni di mappa che presentano imperfezioni, i già citati problemucci di frame rate e lo spawn degli zombie che non sempre fa il suo lavoro. Piccolezze se si considera il suo status di alpha, ma che comunque si spera vengan aggiustate a colpi di patch. Patch che, a differenza di altri EA, arrivano abbastanza spesso e molte volte, oltre a fixare bug, aggiungono roba: la più evidente la potete ammirare negli screen che ho inserito nell'articolo, ossia l'implementazione di un nuovo sistema d'illuminazione che regala nuova vita (non ci posso far niente...) alla componente visiva del gioco. Ricapitolando, come già scritto altrove, questa non vuol essere una recensione proprio per lo stato attuale del titolo, che non mi consente di analizzarlo nella sua interezza. Tuttavia se amate il genere, posso assicurarvi che vale assolutamente il suo prezzo e che grazie al costante supporto degli sviluppatori, potrebbe diventare IL survival mmo per eccellenza. Staremo a vedere.

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