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Gaming community: stop agli attacchi

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Abbiamo già affrontato in post passati i problemi legati alle community di videogamer, di come ad esempio avvengano all’interno di esse discriminazioni o attacchi nei confronti delle videogiocatrici. Un problema, questo, che recentemente ha riguardato anche Twitter e che nei mesi scorsi era stato messo in luce dalla BBC, con particolare attenzione proprio verso le gaming community. Ma questa volta vogliamo ricordare gli aspetti positivi delle community di giocatori, nonostante la cronaca sia sempre volta in qualche modo a screditare queste comunità.

Negli ultimi tempi infatti le gaming community non hanno goduto di una attenzione mediatca favorevole, ma bisogna ricordare come in primo luogo la storia dell’industria dei videogiochi è una storia di comunità, che sono andate creandosi per prime intorno agli arcade degli anni ’80, che hanno rappresentato per molti utenti il loro passatempo ludico principale. Pensiamo ad esempio che il primo gioco di massa prodotto, Pong, prevedeva l’interazione di due giocatori e che quando poi arrivarono altri titoli (i vari Donkey Kong e Pac-Man) c’era già una comunità di giocatori pronta ad accoglierli. E presto arrivarono gli incontri con tanto di competizioni: occasioni di creare comunità più grandi, in tempi ancora lontani dai social network.

Questi early adopter hanno rappresentato le prime comunità di videogiocatori, le antesignane di quelle che sono le attuali comunità online e che hanno costituito anche quella spinta necessaria (e forse imprescindibile) allo sviluppo della successiva industria dei videogiochi. Comunità di gamer che hanno presto visto affiancarsi anche quelle di giocatori più tradizionali che hanno trovato nei giochi elettronici un altro modo di sfogare la loro passione per giochi più tradizionali come gli scacchi, il bridge o il poker.

Dopo la diffusione dei MUD che prevedevano l’interazione testuale online di vari giocatori, si è passati ai giochi multiplayer, compresi appunto gli scacchi, il bridge ed il poker, dando alla fine vita alle gamer community tra le più numerose in assoluto: pensate al milione di giocatori di Chess Cube, oppure anche alle 100 miliardi di mani di poker giocate su Pokerstars. E dopo le community di giocatori online più tradizionali, sono arrivate anche le comunità riunitesi intorno ai MMO e ai MMORPG ed infine quelle dei social games.

Insomma, è utile ricordare come la storia dei videogiochi sia una storia di comunità, con milioni di persone che interagiscono grazie ai videogiochi, fanno amicizie per la vita, in qualche raro caso si sposano ed in diverse occasioni si creano anche un lavoro o almeno un passatempo lucrativo. Le comunità sono l’anima dei videogiochi, hanno le loro regole che gli utenti sono tenuti a rispettare, anche se, nei pochi casi in cui non sono seguite, l’orecchio dei media generalisti è sempre molto sensibile.

Ecco un'infografica sullo sviluppo delle community dei giocatori: (clicca per ingrandire) [caption id="attachment_29570" align="aligncenter" width="2014"]Gaming-communities-ita (1) Prodotta da Texashold-em.it[/caption]  

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