![Retrogaming collection]()
Fresco pomeriggio d'estate. Le tende svolazzano sospinte dalla brezza marina. Siamo qui, tutti pronti per un ennesimo duello al
Nintendo 64, al
NES, al
GameBoy, al
Sega Saturn o alla
PlayStation. Ho chiamato i miei tre amici più fidati (compreso quello che non ama videogiocare) e li ho invitati a casa mia per questo grande evento. Ho ancora 8 anni ed ogni singola stupidaggine ci fa ridere e litigare con la stessa intensità. Tra uno spuntino e l'altro, la nostra
amicizia si rafforza e si rimescola passando attraverso il videogioco. Il multiplayer online non esiste, per giocare in più persone bisogna vedersi, toccarsi e parlarsi.
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![Banjo Kazooie]()
L'amicizia e il coraggio spiegati da un orso ed una gallina.[/caption]
E' proprio questo piacere dolceamaro che è difficile ritrovare quando di anni ne hai più di venti e gli amici sono cambiati, le priorità sono cambiate, ma non lo è la tua
passione per questo mondo colorato e gioioso.
Cosa cerchiamo allora? Perché torniamo a rispolverare i giochi del passato? Siamo forse inguaribili
nostalgici o forse davvero i giochi hanno perso qualcosa d'importante nel corso degli anni? Qualcosa di inafferrabile che nella maggioranza dei
giochi odierni sembra mancare.
Oggi, dopo anni ed anni mi ritrovo a provare la gioia di affrontare gli stessi titoli che quando ero bambino mi appassionavano tanto e che spesso mi facevano trascorrere notti insonni: per paura o per cercare di risolvere enigmi difficili, come nel caso di
Resident Evil.
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![Mario 64]()
Un classico per tutti i possessori del Nintendo 64.[/caption]
Come spiegare il fatto che grazie ad una cartuccia impolverata sia possibile tornare indietro nel tempo ed avvertire la potenza di quelle sensazioni, di quegli stessi odori tipici di quegli anni spensierati e magici, quando dormire era l'ultima delle priorità e il divertimento la prima?
Come si spiega il fatto che io riesca a ritrovare la mia provincialità e la mia italianità grazie ad un gioco disponibile solo in inglese com'era al tempo
Banjo-Kazooie? Quell'inglese basico che ha permesso ad un bambino di imparare qualcosa senza dover studiare e che ancora oggi mi accompagna quando questa lingua è il mio pane quotidiano in università.
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![Retro console]()
La collezione di console che tutti vorrebbero avere.[/caption]
A volte mi chiedo chi sarei se non avessi mai giocato, COSA sarei. Sicuramente una persona meno ricca, con meno conoscenze sul mondo e sulle persone, meno fantasiosa e meno solare.
I videogiochi sono una parte importante per noi che li viviamo, ci aiutano a non dimenticare il nostro bambino interiore e ad essere sempre pronti a crescere.
E' vero, sarà pure una semplice evasione dalla realtà, ma cosa non lo è nel campo del divertimento? La TV con i suoi programmi fuorvianti e demenziali è forse un'evasione più nobile?
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![Super Mario Bros]()
Una delle prime versioni di Super Mario Bros.[/caption]
A me non importa, non voglio altro. Resto qui, con un
pad in mano, degli amici ed una birra. Amici diversi, perché alcuni non li ho mai più rivisti, altri sono vicini fisicamente ma hanno perso la gioia di essere piccoli.
Ma qui, nella mia mente, per quel breve attimo d'attesa e trepidazione che è il caricamento del logo della mia
console preferita, siamo ancora tutti insieme, seduti su quel divano malconcio, a nutrirci solo della nostra amicizia e del profumo della cena quasi pronta. Quel sacro e dannato attimo d'attesa che se durava un secondo in più significava il non caricamento del gioco. E così via con leggende metropolitane che narravano che bastasse soffiare nella cartuccia oppure sferrare un amabile pugno alla console per risolvere tutto.
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![Resident Evil 2]()
La schermata iniziale di uno dei primi VERI Survival Horror.[/caption]
Tutto questo è stato e tutto questo non è più. I giochi continuano e continueranno ad accompagnarci durante la nostra vita, a farci provare nuove emozioni e a migliorarci. Solo, non avranno più lo stesso gusto, quello dell'infanzia perduta e impossibile da ritrovare se non nei colori vivaci dei pixel, nel guardare di sfuggita il tuo GameBoy e pensare a quanti pomeriggi sono trascorsi con quell'aggeggino in mano, in grado di rafforzare amicizie, fratellanze e rivalità. Resistente al tempo e indelebile nella memoria, proprio come le cose più belle della vita.
Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di cercare eventuali console superstiti nei vostri sgabuzzini e di ricominciare i giochi che vi hanno accompagnato nei primi anni della vostra vita, rimarrete piacevolmente sorpresi nel riscoprire una parte di voi assolutamente pura ma assopita dagli anni.
A volte è necessario tornare indietro a recuperare qualcosa, per poter riuscire ad andare avanti. Nei giochi, come nella vita.